POZZUOLI - Alberta
Levi Temin è scampata alla deportazione ebrea del 1943. Ciò che racconta ed il modo in cui lo fa, mostrano una grande forza d'animo,
proprio come i suoi occhi grigio chiaro lasciano trasparire l'indignazione, la
rabbia, la paura di quella ragazza di diciotto anni alla quale non fu permesso
di andare all'università, la stessa ragazza che sei anni dopo aveva paura di
amare, perché tutti coloro che amava gli erano stati portati via.
La stessa
donna che nel 1945 ha sposato un uomo meraviglioso
riacquistando la fiducia nella vita ed amandolo per cinquantasette anni "mano
nella mano e pensiero nel pensiero", come ama dire lei.
E' rimasta in silenzio per tanti anni, con il desiderio di recuperare il tempo
perduto durante la sua giovinezza negli anni della seconda guerra mondiale. Ma
quando dall'Inghilterra, negli anni novanta, arrivarono le prime voci che
negavano l'olocausto, la sua coscienza ha sentito l'ardente necessità di dare
la propria testimonianza.
<< Racconterò fino a quando avrò fiato >> afferma l'ormai anziana signora di novantatre anni.
E' questa
la donna che l'istituto di scuola superiore ISIS Giovanni Falcone ha deciso di invitare per parlare ai propri ragazzi.
Le classi quinte dell’istituto
puteolano il 30 novembre hanno abbracciato questa iniziativa promossa dalla “Associazione
Amicizia Ebraico Cristiana” e hanno accolto nella propria struttura la signora
Alberta Levi Temin.
Un evento importante per chi ha avuto la possibilità di poter ascoltare il suo
racconto, ricco di particolari adatti a coinvolgere i ragazzi ed a farne
comprendere il vero, fondamentale significato. Un grande evento di
commemorazione, ma soprattutto di grande cultura e storia. L’evento ideale per
un territorio come quello flegreo, in particolare nel contesto puteolano dove
l'intero patrimonio archeologico non è sfruttato e valorizzato come potrebbe e
come dovrebbe essere. Dove la storia e la cultura sono coperte dal telo
vergognoso dell’interesse e della politica malsana.
L'incontro con la signora Temin, oltre a suscitare nei ragazzi dell'ISIS
Giovanni Falcone un forte interesse verso l'olocausto, le discriminazioni razziali, gli
orrori della guerra, ha stimolato curiosità, voglia di conoscere e nello stesso
tempo la voglia e la determiinazione di far conoscere, il tutto attraverso l’informazione.
Nascono
così una serie di iniziative all’interno dello stesso istituto, tra cui:
- Il giornalino della scuola, che dedica il primo articolo
alla conferenza con la signora Temin;
- Una collaborazione tra l'anziana signora ed una studentessa
la quale racconterà l'esperienza della donna dal punto di vista emotivo di
un'adolescente a cui viene tolto tutto, con il preciso scopo di appassionare
giovani lettrici e lettori all'argomento.
Giovani
attivi ed interessati che mandano un messaggio alla generazione precedente, a
chi è ancora ''nella stanza dei bottoni''.
<< Sapete, ho ancora paura quando le cose non vanno bene >> confessa la signora Temin, << Perché quando le cose non vanno bene, la colpa ricade sempre su una minoranza >>.
Questo è il frutto dell'ignoranza. Ed è compito di tutti, ma soprattutto dei giovani, sconfiggerla attraverso l'informazione e la cultura.
<< Sapete, ho ancora paura quando le cose non vanno bene >> confessa la signora Temin, << Perché quando le cose non vanno bene, la colpa ricade sempre su una minoranza >>.
Questo è il frutto dell'ignoranza. Ed è compito di tutti, ma soprattutto dei giovani, sconfiggerla attraverso l'informazione e la cultura.
Conoscere,
ricordare, e imparare dagli errori e dagli orrori del passato per non sbagliare
più.
Nessun commento:
Posta un commento